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25 ottobre 2012

Pasta e patate


L'estrema punta orientale della Sicilia è legata indissolubilmente al punta meridionale della Calabria, lo stretto fra Messina e Reggio divide, ma le genti dello Stretto, pur se molto diverse nei dialetti e nelle abitudini, sono indissolubilmente unite da destini e legami comuni.  Spesso nelle famiglie dello stretto una parte viene dall'altra parte, e le parentele hanno creato un ricco patrimonio culinario comune. Nella mia famiglia per esempio la nonna che sapeva cucinare bene era la calabrese.  E calabrese era anche la mia tata, ma nata a Marsiglia nel 1911, e questa pasta era il piatto che cucinava al marito manovale la sera e che noi bambini mangiavamo di vero gusto, con grandi arrabbiature di mia madre, perchè facevamo invece tante storie alla sua di tavole.

E' un piatto invernale, molto appetitoso. Facile da farsi, ma con il problema che in cottura tende ad attaccare al fondo della pentola.   Infatti la pasta viene cotta in poco liquido così che alla fine si presenti con la densità di un risotto.   In casa si usava farla con gli spaghetti rotti, allora i formati della pasta erano pochi, e talvolta si mescolavano anche vari formati. La pasta si comprava sfusa, la tenevano in grandi cassetti col davanti di vetro.  Solo gli spaghetti erano talvolta incartati con la carta blu ed erano lunghissimi. C’era anche un cassetto di formati misti, dove finivano tutti i rimasugli diventati invendibili perchè in modesta quantità, e quella era la pasta di norma con il macco di fave.


ingredienti per 4/6 persone

4/6 cipolle tagliate grossolanamente
patate, 500 gr.
4 pomodori pelati
pasta di vari formati 250 gr.
basilico fresco a piacere
olio EVO, sale e pepe






Si possono usare tutti tipi di patate, ma certamente con risultati differenti, con le farinose verrà una purea, come un passato, con le altre si sentiranno meglio i pezzetti, ma sarà ugualmente appetitosa. Bisognerà regolarsi diversamente per i tempi di cottura.  Una pasta consistente, come gli gnocchetti tipo sardi della foto, creerà un piacevole contrasto, comunque la regola è che alla fine della cottura il piatto riposi un po' prima di mangiarlo, come con la pasta con i legumi.


Si sbucciano le patate e si tagliano in piccoli tocchetti.
Si soffriggono le cipolle e i pomodori in poco olio, quando saranno appassite si aggiungono le patate e si soffriggono rimestando con cura.  Quando avranno fatto un po’ di crosta si aggiunge l' acqua, regolandosi perché dovrà servire anche per cuocere poi la pasta.  E' importante a questo punto con un mestolo staccare con cura tutto l’attaccaticcio delle patate, così che dia sapore ed eviti che si continuino ad attaccare.   Quando le patate saranno quasi cotte del tutto, si potrà aggiungere la pasta, e correggere di sale.  E' importante mescolare spesso perché la pasta non si attacchi al fondo o si ammazzetti.   Alla fine dovrà risultare soda, ma non asciutta.
Si aggiungerà, prima di servire, basilico fresco a volontà, olio crudo, pepe nero o peperoncino e volendo formaggio parmigiano grattugiato.

Con questa ricetta della memoria partecipo con grande piacere a "L'abbecedario culinario d'Italia", per la V di Vibo Valentia e la Calabria, da buon dirimpettaio.




3 commenti:

  1. E' un piacere grande accogliere questo piatto e il tuo averlo raccontato così bene. Ha il calore di casa, dei ricordi e dà conforto nelle giornate fredde, come hai sottolineato. Ti ringraziamo tanto. A questo aggiungiamo che siamo anche molto felici di avere scoperto il tuo blog.
    Buona giornata da Sabrina&Luca

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    1. Grazie delle belle parole, anche per me è stata una bella occasione per tuffarmi nel vostro blog molto effervescente. Buon lavoro. Un abbraccio P.

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  2. Che Goduria con la G maiuscola questo piatto!!!!
    Adoro d'inverno le minestre belle dense... ho giusto in dispensa un pacco di pasta "mista"... trovato come "sacrificarla"!!!!
    Grazie da una Collega dell'Abbecedario! ^^

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